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- L'EPA subirebbe un taglio del 55%, riducendo il budget a 4,2 miliardi.
- La NSF vedrebbe il suo budget crollare del 56%, a soli 3,9 miliardi.
- La NASA subirebbe una riduzione di 7 miliardi di dollari.
- Il NIH subirebbe un taglio di 18 miliardi di dollari, pari al 40%.
- Aumento di 119 miliardi di dollari per il settore militare.
La comunità scientifica internazionale è in allerta a seguito della presentazione delle “raccomandazioni sul finanziamento discrezionale” da parte della Casa Bianca, un documento che delinea le priorità di bilancio degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2026. Le proposte, che necessitano dell’approvazione del Congresso entro il 1° ottobre 2025, delineano tagli significativi ai finanziamenti destinati a cruciali agenzie scientifiche e programmi di ricerca.
Impatto sui Settori Chiave
Le ripercussioni più immediate si avvertirebbero nel settore ambientale, con l’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) che vedrebbe il proprio budget ridursi drasticamente da 9,1 a 4,2 miliardi di dollari, una diminuzione del 55%. Questo taglio comprometterebbe gli investimenti nella qualità dell’acqua potabile, i progetti di ricerca ambientale e i programmi di giustizia ambientale. La Casa Bianca giustifica questa decisione con l’intenzione di porre fine a “borse di ricerca non vincolate, alla giustizia ambientale di stampo radicale, alla ricerca woke sul clima e ai modelli distorti e troppo prudenti che orientano le regole”. Il Programma di salvaguardia ambientale dell’atmosfera cesserebbe le attività, in quanto ritenuto un freno all’espansione economica.
La National Science Foundation (NSF), principale fonte di finanziamento per la ricerca di base negli Stati Uniti, subirebbe un taglio ancora più drastico, pari al 56%, con il budget che passerebbe da 8,8 a 3,9 miliardi di dollari. In maniera analoga, sarebbero sospese le indagini su tematiche quali clima, fonti energetiche pulite, discipline sociali, studi comportamentali ed economici etichettati come “woke”, così come quelle in ambiti scientifici considerati di minore rilevanza, oltre alle iniziative volte a superare le discriminazioni nel panorama della ricerca.

Ripercussioni sulla Ricerca Spaziale
Anche la NASA sarebbe significativamente colpita, con una riduzione di 7 miliardi di dollari, pari a un quarto del suo budget complessivo. Verrebbero bloccate iniziative di rilievo come la stazione orbitante lunare Gateway e i piani per il monitoraggio climatico tramite satellite. L’attenzione si concentrerebbe esclusivamente sui programmi volti a “tornare sulla Luna prima della Cina e portare un uomo su Marte”, con un aumento di 647 milioni di dollari destinati a tali iniziative, beneficiando potenzialmente aziende come SpaceX di Elon Musk. Nello specifico, il programma Artemis sarebbe riprogettato, con la rinuncia al razzo Space Launch System (SLS) e alla capsula Orion dopo solo tre lanci, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di sistemi commerciali di prossima generazione a costi inferiori.
Il programma Mars Sample Return, una collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per riportare sulla Terra campioni prelevati su Marte dal rover Perseverance, sarebbe a rischio cancellazione. Anche il futuro della stazione spaziale lunare Gateway, a cui l’Italia contribuisce in modo significativo, è incerto, sebbene la NASA affermi che i componenti già prodotti potrebbero essere riutilizzati per altre missioni.
Tagli al Settore Biomedico
Il National Institutes of Health (NIH), il più grande ente di ricerca biomedica del mondo, subirebbe il taglio più consistente, con una riduzione di 18 miliardi di dollari, pari al 40% del suo budget. La giustificazione addotta è la presunta incapacità del NIH di scagionarsi dall’accusa di aver favorito la fuga del virus da un laboratorio, nonché la promozione di “una radicale ideologia gender a danno della gioventù americana”. L’Istituto Nazionale per le Disuguaglianze Sanitarie sarebbe soppresso, unitamente a qualsiasi forma di sostegno a studi riguardanti il cambiamento climatico, l’ideologia di genere e le teorie che alimentano divisioni su base razziale. Anche le iniziative volte a minimizzare i danni derivanti dalla lotta alla tossicodipendenza, che attualmente usufruiscono di un finanziamento federale pari a un miliardo di dollari, sarebbero minacciate.
Priorità Alternative e Reazioni
In controtendenza rispetto ai tagli alla ricerca civile, la Casa Bianca prevede un aumento dei fondi destinati alla difesa, con ben 119 miliardi di dollari (il 7,3% del bilancio federale discrezionale) che verrebbero spostati dal settore civile a quello militare. Il Dipartimento della Difesa riceverebbe 113,3 miliardi di dollari in più, mentre la Sicurezza Nazionale vedrebbe un incremento di 42,3 miliardi di dollari.
Le proposte di bilancio hanno suscitato forti reazioni nella comunità scientifica e politica. Il senatore democratico Mark R. Warner ha espresso preoccupazione per i “tagli radicali e sconsiderati di personale esperto di intelligence”, che a suo dire minerebbero la capacità degli Stati Uniti di individuare e rispondere alle minacce, rendendo il paese meno sicuro.
Verso un Futuro Incerto: Navigare le Sfide della Space Economy
Le proposte di tagli al bilancio scientifico statunitense sollevano interrogativi cruciali sul futuro della ricerca e dell’innovazione, non solo negli Stati Uniti ma a livello globale. La space economy, un settore in rapida espansione che comprende attività come l’esplorazione spaziale, lo sviluppo di tecnologie satellitari e l’utilizzo di dati spaziali per applicazioni terrestri, potrebbe subire un duro colpo da queste decisioni.
Una nozione base di space economy applicabile a questo contesto è il concetto di esternalità. La ricerca scientifica, soprattutto quella di base, genera esternalità positive, ovvero benefici che si estendono ben oltre i diretti beneficiari dei finanziamenti. Ad esempio, lo sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione spaziale può portare a innovazioni in settori come la medicina, l’energia e le comunicazioni, con ricadute positive per l’intera società. I tagli alla ricerca scientifica rischiano di ridurre queste esternalità positive, frenando l’innovazione e la crescita economica a lungo termine.
Una nozione più avanzata riguarda il ruolo degli investimenti pubblici nella creazione di mercati*. La ricerca scientifica finanziata dal governo può contribuire a creare nuovi mercati e industrie, stimolando l’innovazione e l’imprenditorialità. Ad esempio, il programma Apollo negli anni ’60 ha portato allo sviluppo di numerose tecnologie che hanno poi trovato applicazioni commerciali, creando nuove opportunità di business e posti di lavoro. I tagli alla ricerca scientifica potrebbero ostacolare la creazione di nuovi mercati e limitare il potenziale di crescita della space economy.
Di fronte a queste sfide, è fondamentale che la comunità scientifica, i governi e il settore privato collaborino per garantire un futuro sostenibile per la ricerca e l’innovazione. È necessario promuovere un dibattito pubblico informato sui benefici della scienza e sull’importanza di investire nella ricerca per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, le pandemie e la crescente competizione geopolitica. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile navigare le incertezze del futuro e sfruttare appieno il potenziale della space economy per il benessere dell’umanità.
Amici lettori, riflettiamo insieme: in un mondo sempre più complesso e interconnesso, possiamo permetterci di rinunciare al potere della conoscenza e dell’innovazione? La risposta, credo, sia evidente.