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- Musk definisce "abominio disgustoso" la legge di bilancio di Trump.
- Tesla cala del 71% dell'utile nel primo trimestre 2025.
- Trump minaccia di ritirare 18 miliardi di dollari di sovvenzioni.
Un’Analisi Approfondita
Il rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk, un tempo descritto come una “power couple”, sembra essersi irrimediabilmente deteriorato. Ciò che era iniziato come un’alleanza strategica, alimentata da interessi comuni e reciproco supporto, si è trasformato in una faida pubblica con potenziali ripercussioni su vari settori, dalla politica spaziale all’industria automobilistica. La scintilla che ha innescato questa rottura è stata la legge di bilancio proposta da Trump, soprannominata “One Big, Beautiful Bill”, che ha suscitato forti critiche da parte di Musk.
Musk ha definito il provvedimento un “abominio disgustoso” attraverso una serie di post su X (ex Twitter), accusando il Congresso di spingere l’America verso la bancarotta. La legge include tagli agli incentivi per le auto elettriche, un settore in cui Tesla, l’azienda di Musk, ha un ruolo predominante. Trump, dal canto suo, ha accusato Musk di essere “impazzito” a causa di questi tagli, dando il via a uno scambio di accuse che ha rapidamente escalato.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Musk aveva precedentemente sostenuto Trump, arrivando a definire il candidato repubblicano “un genio” e contribuendo con ingenti somme di denaro alla sua campagna elettorale. Dopo la vittoria di Trump, Musk aveva assunto un ruolo di primo piano nel “Department of Government Efficiency” (Doge), con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica. Tuttavia, le sue azioni drastiche, che hanno portato a licenziamenti di massa e interruzioni di programmi governativi, hanno suscitato forti reazioni negative e lo hanno portato a dimettersi dall’incarico.
Le Tappe di un’Incompatibilità Annunciata
Il percorso che ha portato alla rottura tra Trump e Musk è costellato di eventi significativi. Nel 2016, Trump aveva invitato Musk a far parte dei suoi economic advisory councils, un invito che Musk aveva accettato salvo poi dimettersi l’anno successivo in segno di protesta per l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Successivamente, i due si sono riavvicinati attraverso i social media, culminando con l’endorsement pubblico di Musk a Trump nell’estate del 2024.
Dopo la vittoria di Trump, Musk ha guidato il Doge, implementando tagli significativi alla spesa pubblica. Tuttavia, queste misure hanno incontrato una forte resistenza, portando alla sua uscita dall’incarico a fine maggio. Contemporaneamente, è nato il movimento “Tesla Takedown”, un’azione collettiva di boicottaggio delle auto Tesla, in risposta all’impegno politico di Musk a sostegno di Trump. Questo ha avuto un impatto negativo sul marchio Tesla, con un calo del 71% dell’utile e del 9% dei ricavi nel primo trimestre del 2025.
La mancanza di una solida copertura politica, al di là del sostegno di Trump, ha reso Musk vulnerabile. Il “giovedì nero” del 6 giugno ha segnato la rottura definitiva, con Musk che ha definito “un abominio disgustoso” la legge di bilancio di Trump, che include tagli agli incentivi per le auto elettriche. In risposta, Trump ha minacciato di ritirare sovvenzioni e contratti governativi alle aziende di Musk, per un valore di 18 miliardi di dollari.

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Le Potenziali Conseguenze della Faida
La conflittualità tra Elon Musk e Donald Trump si prospetta carica di conseguenze rilevanti su più fronti operativi. Essendo il dominus della piattaforma X, Musk ha la capacità non solo di influenzare l’agenda pubblica ma anche di imporre limitazioni alla diffusione dei messaggi pro-Trump. È plausibile che decida persino di interrompere ogni forma di assistenza finanziaria destinata al leader repubblicano e al Partito Repubblicano medesimo; questa manovra porterebbe inevitabilmente a una riduzione degli aiuti disponibili per le campagne elettorali in atto. Aggiungendo ulteriore combustibile alle tensioni politiche già esistenti, Musk ha ventilato l’idea della creazione ex novo di un partito politico autonomo, ipotizzando così una possibile erosione del bacino elettorale utile a Trump.
Da parte sua, Trump dispone degli strumenti necessari per infliggere colpi ben mirati contro le attività imprenditoriali congiunte a Elon: attraverso eventi come tagli ai sussidi o contratti statali cruciali per queste imprese, si rischierebbe addirittura una flessione severa nel valore commerciale della Tesla, mentre viceversa renderebbe instabili economicamente SpaceX e Starlink. Si è detto, inoltre, che potrebbero scaturire tentativi da parte dell’ex presidente volti all’avvio ufficiale delle indagini sull’utilizzo ottimale delle droghe da parte dello stesso Musk unitamente alla revisione del suo stato migratorio negli Stati Uniti: questo incalzante contesto non farebbe altro che deteriorarne ulteriormente l’immagine professionale.
Risulta quindi chiaro quanto delicato possa apparire il settore aerospaziale in tutto ciò.
L’azienda SpaceX si è affermata come un pilastro cruciale all’interno del programma spaziale degli Stati Uniti, toccando tanto il settore civile quanto quello militare. Se i contratti stipulati con SpaceX venissero annullati, si potrebbero generare seri rischi per il futuro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e complicare i progetti di esplorazione lunare. Attualmente, la NASA non ha piani alternativi prontamente disponibili, risultando quindi nuovamente in difficoltà e costretta a fare affidamento sui russi per garantire il trasporto dei propri astronauti.
Riflessioni Conclusive: Un Futuro Incerto
L’interruzione dei rapporti tra Elon Musk e Donald Trump porta alla luce interrogativi fondamentali riguardo ai legami esistenti tra il potere politico e gli interessi privati. Entrambi i leader sono dotati della straordinaria capacità non solo di modellare il panorama economico o quello politico ma anche nell’esplorazione spaziale, rivelando così l’urgenza crescente di affrontare questioni relative ai confini delle responsabilità connesse all’enorme influenza esercitata da tali personalità.
In questo contesto sempre in evoluzione ed estremamente variabile sembra plausibile pensare a una possibile riappacificazione tra i due protagonisti; potrebbe avvenire tramite una telefonata diretta coordinata dalla Casa Bianca. Ciononostante, al presente, appare evidente come siano emerse discordie significative che potrebbero avere ripercussioni sostanziali. Resta aperto dunque il discorso su quale sarà il destino dell’interazione fra questi colossi del nostro tempo, assieme alle implicazioni globali ad essa collegate.
Cari amici, prendiamoci qualche istante per riflettere: quella che viene comunemente definita space economy trascende semplicemente la sfera dei razzi o dei satelliti. Essa rappresenta infatti un fascicolo intricato nell’ambito del quale convergono interazioni politiche, logiche economiche e azioni tecnologiche in modo sorprendente.
È opportuno rammentare che l’inserimento del settore privato nell’accesso allo spazio sta crescendo incessantemente, con figure aziendali del calibro di SpaceX protagoniste principali. Ciò apre tuttavia un dibattito su questioni relative alla governance e al controllo, soprattutto quando gli interessi aziendali iniziano a sovrapporsi o contraddire quelli della sfera pubblica.
Ulteriormente si presenta il concetto di sovranità spaziale, particolarmente rilevante nel contesto attuale dove l’esplorazione dello spazio diviene oggetto di intense dispute. Ma chi detiene la potestà per determinare le normative? Chi ha facoltà di attingere alle risorse disponibili nell’universo? Il contrasto tra Musk e Trump serve da monito: i provvedimenti odierni influenzeranno notevolmente la traiettoria futura dell’umanità oltre l’atmosfera terrestre. Così facendo, si suscita una domanda cruciale: siamo effettivamente preparati ad affrontare questo nuovo capitolo della nostra esistenza?