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- Nel 2019 nasce la Space Force per la difesa USA.
- 2027: gli Usa prevedono di tornare sulla luna con Artemis.
- La Cina punta a far atterrare una missione umana sulla Luna entro il 2030.
## una nuova era di competizione
Il panorama spaziale contemporaneo è testimone di una trasformazione radicale, alimentata dalle crescenti tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e la Cina. Questa competizione, spesso definita come una “Guerra Fredda 2.0”, si manifesta attraverso una corsa all’innovazione tecnologica, investimenti massicci in programmi spaziali e una crescente militarizzazione dello spazio. Gli eventi degli ultimi anni evidenziano come questa rivalità stia rimodellando la space economy, influenzando la cooperazione internazionale e sollevando preoccupazioni sulla stabilità globale.
Negli ultimi anni, la Cina ha compiuto progressi straordinari nel settore aerospaziale, superando gli ostacoli tecnologici e raggiungendo traguardi significativi. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti, pur mantenendo una posizione di leadership, hanno intensificato i loro sforzi per contrastare l’ascesa cinese, creando nuove strutture militari come la Space Force e investendo in programmi ambiziosi come il ritorno sulla Luna con il programma Artemis. Questa dinamica competitiva sta generando un clima di incertezza e preoccupazione, con il rischio di una corsa agli armamenti spaziali e di un conflitto che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’umanità.
L’attuale amministrazione statunitense ha espresso più volte la necessità di mantenere la supremazia militare nello spazio, sottolineando la minaccia rappresentata dalle capacità spaziali cinesi. Allo stesso tempo, la Cina rivendica il diritto di esplorare e utilizzare lo spazio per fini pacifici, accusando gli Stati Uniti di voler monopolizzare l’accesso allo spazio e di ostacolare lo sviluppo di altri paesi. Questa divergenza di vedute alimenta la tensione e rende difficile la ricerca di un terreno comune per la cooperazione internazionale.
La rilevanza di questa notizia risiede nella sua capacità di influenzare il futuro dell’esplorazione spaziale e della space economy. La competizione tra Stati Uniti e Cina potrebbe portare a nuove scoperte scientifiche e a progressi tecnologici, ma anche a un aumento dei rischi di conflitti e alla frammentazione della cooperazione internazionale. È quindi fondamentale comprendere le dinamiche di questa rivalità e cercare soluzioni diplomatiche per garantire un uso pacifico e sostenibile dello spazio.
Il susseguirsi di eventi e dichiarazioni da entrambe le parti delineano un quadro complesso e in continua evoluzione, che richiede un’analisi approfondita delle implicazioni geopolitiche, economiche e tecnologiche. Solo attraverso una comprensione chiara delle sfide e delle opportunità sarà possibile orientare lo sviluppo della space economy verso un futuro di prosperità e sicurezza per tutti.
Le strategie spaziali di Stati Uniti e Cina
Gli Stati Uniti, consapevoli della crescente importanza dello spazio come dominio strategico, hanno adottato una serie di misure per rafforzare la propria presenza e capacità in questo settore. La creazione della Space Force nel 2019 rappresenta un passo fondamentale in questa direzione, formalizzando la centralità dello spazio nella strategia di difesa nazionale. La Space Force ha il compito di organizzare, addestrare ed equipaggiare le forze spaziali, nonché di proteggere gli interessi statunitensi nello spazio. Questo corpo militare ha assorbito la struttura operativa dell’Air Force Space Command, diventando economicamente indipendente e focalizzata sulla difesa degli assetti spaziali americani e dei suoi alleati.
Oltre alla creazione della Space Force, gli Stati Uniti hanno investito massicciamente in programmi spaziali civili e militari. La NASA, l’agenzia spaziale americana, continua a svolgere un ruolo di primo piano nell’esplorazione scientifica dello spazio, con missioni ambiziose come il programma Artemis, che punta a riportare l’uomo sulla Luna entro il 2027 e a creare una base permanente sul nostro satellite. Il programma Artemis prevede la collaborazione con aziende private come SpaceX, di Elon Musk, per lo sviluppo di tecnologie innovative e la riduzione dei costi di accesso allo spazio. Questa partnership pubblico-privato rappresenta un modello di successo per l’industria spaziale americana, che beneficia delle competenze e delle risorse di entrambi i settori.
La Cina, dal canto suo, ha sviluppato una strategia spaziale altrettanto ambiziosa, con l’obiettivo di diventare una potenza spaziale di primo piano entro il 2049, centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Il programma spaziale cinese, gestito dalla CNSA e dalla SSF, si articola in una serie di progetti chiave, tra cui la costruzione della stazione spaziale Tiangong, l’esplorazione lunare con le missioni Chang’e e l’esplorazione di Marte con la missione Tianwen-1. La Cina ha dimostrato una notevole capacità di innovazione tecnologica, sviluppando lanciatori pesanti come il Lunga Marcia 5, sistemi di navigazione satellitare come Beidou e tecnologie avanzate per la sorveglianza e la comunicazione spaziale.
Il 24 gennaio 2020, l’allora capo di stato statunitense, Donald Trump, svelò l’emblema distintivo della United States Space Force (USSF), un’aggiunta recente alle forze armate americane, istituita il 20 dicembre 2019 in seguito all’approvazione del National Defense Authorization Act (NDAA) da parte del Congresso.
In base a quanto stabilito dall’NDAA, si prevede che la Space Force raggiunga la piena operatività entro i successivi 18 mesi, unendosi alle altre cinque branche delle forze armate USA: United States Army, U. S. Marine Corps, U. S. Navy, U. S. Air Force e U. S. Coast Guard.
Il compito primario di questa nuova forza armata è quello di strutturare e preparare le divisioni spaziali, con l’obiettivo di salvaguardare gli interessi americani e quelli dei suoi alleati nello spazio, quest’ultimo riconosciuto sia dal Pentagono sia dalla NATO come un’arena operativa cruciale, al pari di terra, mare, aria e cyberspazio.
Pechino si propone di far atterrare una missione umana sulla Luna entro il 2030 e di essere la prima a raggiungere il Polo Sud del nostro satellite, una zona ritenuta ricca di risorse preziose come terre rare, Elio-3 e acqua ghiacciata.
Il piano temporale di Pechino è estremamente preciso e mira ad anticipare al 2026 il test del lanciatore Lunga Marcia 10, un elemento cruciale per le future spedizioni umane verso la Luna.
Le strategie spaziali di Stati Uniti e Cina sono caratterizzate da una forte attenzione alla sicurezza nazionale e alla competizione tecnologica. Entrambe le nazioni vedono lo spazio come un dominio cruciale per il mantenimento del potere globale e sono disposte a investire ingenti risorse per raggiungere i propri obiettivi. Questa competizione, tuttavia, solleva preoccupazioni sulla militarizzazione dello spazio e sulla possibilità di un conflitto che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.
Il 5 settembre 2019, l’Air Force Space Command ha organizzato un workshop sul futuro dello spazio per analizzarne ed esplorarne il ruolo nel 2060 e su come potrebbe cambiare la strategia americana in base alle nuove necessità.
Dagli esiti di tale seminario, che vide la partecipazione di figure di spicco del Dipartimento della Difesa, della NASA e della NATO, emerse una conclusione fondamentale: entro il 2060, gli USA dovranno accettare l’idea che lo spazio costituisce un fattore chiave per la politica, l’economia e la potenza militare del paese. Di conseguenza, le forze armate dovranno potenziare il loro ruolo nella promozione, nello sfruttamento e nella difesa delle attività militari, commerciali, civili e della presenza umana nello spazio, poiché la perdita della leadership spaziale potrebbe compromettere la forza nazionale degli Stati Uniti.
La Cina, infatti, persegue attivamente una complessa strategia a lungo termine, che include aspetti civili, commerciali e militari, con l’obiettivo di esplorare e sviluppare il dominio cislunare e, in ultima analisi, di superare gli Stati Uniti come potenza spaziale preminente.
Identificando tre pilastri fondamentali della potenza spaziale – la presenza umana nell’orbita terrestre e oltre, la rilevanza economica dello spazio e il mantenimento della leadership della coalizione guidata dagli Stati Uniti – è stato possibile formulare e valutare diversi scenari futuri ipotetici verso il 2060, esaminandone sia le prospettive favorevoli che quelle meno desiderabili.
Appare quindi evidente come ambo le nazioni stiano correndo per accaparrarsi il dominio spaziale nel più breve tempo possibile: una vera e propria corsa contro il tempo.
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La cooperazione internazionale nello spazio: un futuro incerto
La competizione tra Stati Uniti e Cina nello spazio sta mettendo a dura prova la cooperazione internazionale, un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile e pacifico di questo settore. La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), un simbolo di collaborazione tra nazioni, rischia di essere compromessa dalle crescenti tensioni geopolitiche. La Cina, esclusa dal programma ISS a causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti, ha sviluppato la propria stazione spaziale, Tiangong, che potrebbe diventare un’alternativa per altri paesi. Questa frammentazione della cooperazione spaziale potrebbe avere conseguenze negative per la ricerca scientifica e per lo sviluppo di nuove tecnologie.
Anche l’esplorazione lunare è diventata un terreno di competizione. Sia gli Stati Uniti, con il programma Artemis, che la Cina, con le missioni Chang’e, hanno ambiziosi piani per stabilire una presenza permanente sulla Luna. La competizione per le risorse lunari, come l’elio-3 e l’acqua ghiacciata, potrebbe esacerbare le tensioni e ostacolare la cooperazione internazionale. La possibilità di sfruttare le risorse lunari per fini commerciali e militari rappresenta una sfida complessa, che richiede un quadro giuridico internazionale chiaro e condiviso.
Il trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che sancisce la libertà di esplorazione e utilizzo dello spazio per tutti i paesi, nonché il divieto di militarizzazione dello spazio, appare sempre più inadeguato per affrontare le sfide del XXI secolo. La proliferazione di armi spaziali, la crescente commercializzazione dello spazio e la competizione per le risorse lunari richiedono una revisione del quadro giuridico internazionale, al fine di garantire un uso pacifico e sostenibile dello spazio.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente assicurato il finanziamento più consistente della sua storia, superando i 22 miliardi di euro, grazie ai contributi dell’Unione Europea, degli Stati partner e dei membri associati.
Questi stanziamenti verranno impiegati, tra le altre priorità, per la realizzazione di una missione di esplorazione su una luna di Saturno caratterizzata dalla presenza di ghiaccio, e per il progresso delle iniziative volte al ritorno umano sulla Luna, che inizialmente si concentreranno sull’invio di un robot e sull’implementazione di una rete di telecomunicazioni.
La situazione appare decisamente complessa e non sono da escludere ulteriori problematiche che possano insorgere.

I rischi della militarizzazione dello spazio
La militarizzazione dello spazio rappresenta una delle maggiori minacce alla stabilità globale e alla sicurezza internazionale. La competizione tra Stati Uniti e Cina per il dominio spaziale sta alimentando una corsa agli armamenti che potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Entrambe le nazioni stanno sviluppando capacità militari spaziali, tra cui sistemi antisatellite (ASAT), armi a energia diretta e satelliti spia. La proliferazione di armi spaziali potrebbe portare a una guerra nello spazio, con effetti devastanti per la civiltà moderna.
La distruzione di satelliti potrebbe interrompere i servizi essenziali, come le comunicazioni, la navigazione, la finanza e la difesa. Un attacco a un satellite potrebbe provocare una cascata di detriti spaziali, rendendo inagibile l’orbita terrestre per decenni. La possibilità di utilizzare lo spazio come piattaforma per attacchi terrestri rappresenta una minaccia ancora più grave, che potrebbe portare a un conflitto su vasta scala.
Il test ASAT condotto dalla Cina nel 2007, in cui un satellite cinese è stato distrutto con un missile, ha suscitato una condanna internazionale e ha messo in evidenza i rischi della militarizzazione dello spazio. Gli Stati Uniti, la Russia e altri paesi stanno sviluppando sistemi ASAT, alimentando una corsa agli armamenti che potrebbe sfuggire al controllo. La mancanza di regole e norme internazionali efficaci per la gestione delle armi spaziali rappresenta una sfida urgente per la comunità internazionale.
È altresì rilevante notare come le autorità cinesi identifichino ormai tre distinti ambiti operativi nei conflitti armati: la dimensione fisica, o classica, che include aria, terra, mare e spazio; la dimensione elettronica e quella psicologica.
Queste ultime due, la sfera elettronica e quella psicologica, si fondono a formare un’unica entità coerente: il dominio cognitivo.
Per Pechino, l’obiettivo strategico consiste nell’aggregare e integrare la totalità delle informazioni acquisite dai sistemi ISR con una reattività superiore rispetto ai dispositivi statunitensi, i quali sono spesso rallentati dalla complessità e ridondanza delle loro architetture.
La finalità perseguita dai cinesi è quella di ottimizzare e accelerare il ciclo decisionale OODA (Osserva, Orienta, Decidi e Agisci), e in particolare di ridurre drasticamente la Kill Chain, mirando alla distruzione immediata e completa dei sistemi avversari.
In un simile contesto il rischio di incorrere in errori di valutazione è elevatissimo.
Un Nuovo Ordine Spaziale: cooperazione o competizione?
Il futuro della space economy è incerto, sospeso tra la promessa di cooperazione e il rischio di una competizione sfrenata. La rivalità tra Stati Uniti e Cina rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio diplomatico e una visione strategica a lungo termine. La comunità internazionale deve impegnarsi a promuovere un uso pacifico e sostenibile dello spazio, stabilendo regole chiare e meccanismi di controllo degli armamenti. Solo attraverso la cooperazione e il dialogo sarà possibile evitare una corsa agli armamenti spaziali e garantire che lo spazio rimanga un patrimonio comune dell’umanità.
La space economy offre opportunità straordinarie per lo sviluppo economico, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Lo sfruttamento delle risorse lunari, lo sviluppo di nuove tecnologie spaziali e la commercializzazione dei servizi satellitari potrebbero generare benefici significativi per tutti i paesi. Tuttavia, è fondamentale che queste attività siano svolte in modo responsabile e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente spaziale e dei diritti di tutti gli attori.
La competizione tra Stati Uniti e Cina potrebbe portare a nuove scoperte scientifiche e a progressi tecnologici, ma anche a un aumento dei rischi di conflitti e alla frammentazione della cooperazione internazionale. È quindi fondamentale trovare un equilibrio tra competizione e cooperazione, al fine di massimizzare i benefici della space economy e minimizzare i rischi. La creazione di un forum internazionale per il dialogo e la cooperazione spaziale potrebbe contribuire a costruire un futuro più sicuro e prospero per tutti.
Già nel 2009, l’allora comandante in capo delle forze aeree, generale Xu Qiliang, promosse la creazione di un’organizzazione sotto la diretta supervisione della Commissione Militare Centrale del Partito Comunista, incaricata di sovrintendere al controllo di tecnologie, finanziamenti e risorse umane destinate alle attività spaziali.
Le dinamiche attuali suggeriscono che il nuovo ordine spaziale sarà caratterizzato da una competizione intensa, ma anche dalla necessità di cooperazione in settori specifici, come la gestione dei detriti spaziali e la protezione dell’ambiente spaziale. La chiave per un futuro pacifico e prospero nello spazio sarà la capacità di trovare un equilibrio tra questi due elementi, promuovendo la cooperazione dove possibile e gestendo la competizione in modo responsabile.
La determinazione del futuro dell’umanità dipenderà dalla sua capacità di adattarsi a un mondo in continua evoluzione e di affrontare le sfide che si presentano con ingegno e collaborazione.
Amici, come avete potuto leggere, la space economy è un campo in rapida espansione che offre infinite opportunità di crescita e innovazione. Un concetto fondamentale da conoscere è la “catena del valore spaziale”, che rappresenta l’insieme delle attività che creano valore nel settore spaziale, dalla produzione di satelliti al lancio, alla fornitura di servizi basati su dati satellitari. Capire questa catena del valore è essenziale per individuare le opportunità di business e per orientare gli investimenti. Andando più nello specifico, vi è una nozione avanzata di space economy correlata al tema principale dell’articolo ed è la “geopolitica dello spazio”, che analizza le dinamiche di potere e le competizioni tra nazioni nello spazio, considerando le implicazioni per la sicurezza, l’economia e la cooperazione internazionale. Riflettete su come le tensioni tra Usa e Cina possano influenzare questa geopolitica e quali strategie possano essere adottate per mitigare i rischi e promuovere un uso pacifico dello spazio.








