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- Parma punta a diventare un hub spaziale con start-up innovative.
- Spaceglass crea vetrate spaziali per stazioni e basi lunari.
- Beamit, specializzata in stampa 3D, cresce acquisendo Zare.
- L'università supporta con fondi e il 10% del fatturato.
- Sono attivi 7 programmi di tesi con 5 università.
Parma e la space economy: una realtà emergente
La città di Parma, universalmente riconosciuta per le sue eccellenze gastronomiche e il suo ricco patrimonio artistico, si sta rivelando un centro di innovazione in un settore inaspettato: l’aerospazio. Diverse start-up locali, con un approccio dinamico e tecnologie all’avanguardia, si stanno posizionando per competere nel mercato globale della space economy, con un occhio di riguardo alla prossima missione lunare.
Questo fenomeno, sebbene ancora in una fase iniziale, potrebbe trasformare Parma in un vero e proprio “hub spaziale nascosto” nel panorama italiano. Un ecosistema di imprese innovative, spin-off universitari e giovani imprenditori sta contribuendo a creare un distretto tecnologico focalizzato sull’esplorazione spaziale. La space economy sta vivendo una fase di espansione senza precedenti, trainata da investimenti privati e dalla crescente accessibilità alle tecnologie spaziali.
Le ambizioni sono concrete e la partecipazione italiana al programma Artemis, con un ruolo chiave nella fornitura di moduli abitativi e servizi di comunicazione, apre nuove opportunità per le aziende locali. La competizione è alta, ma le start-up parmensi, con la loro agilità e capacità di innovazione, sembrano pronte a raccogliere la sfida.
La presenza di realtà come l’Università di Parma, con i suoi laboratori di ricerca e i suoi programmi di trasferimento tecnologico, rappresenta un elemento di forza per questo ecosistema emergente. L’ateneo, infatti, supporta attivamente la nascita e la crescita di nuove imprese, fornendo competenze, infrastrutture e partnership strategiche. L’obiettivo è quello di creare un circolo virtuoso tra ricerca, impresa e territorio, in grado di attrarre talenti e investimenti.
È cruciale sottolineare come questo sviluppo non sia isolato, ma si inserisca in un contesto più ampio di crescita del settore aerospaziale in Italia. Il nostro paese, forte di una solida tradizione e di competenze riconosciute a livello internazionale, sta investendo sempre di più nella space economy, con l’obiettivo di diventare un protagonista nello scenario mondiale. Parma, con le sue start-up innovative, può dare un contributo significativo a questo ambizioso progetto.
In questo scenario di fervente attività, l’elemento che unisce queste realtà è l’aspirazione a superare i confini terrestri, un desiderio innato nell’uomo che oggi, grazie alla tecnologia, sta diventando sempre più concreto. Le start-up di Parma, pur con le loro specificità, condividono questa visione, unendo le forze per trasformare la città in un nuovo polo spaziale italiano.
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Le protagoniste: spaceglass e beamit
Tra le realtà più interessanti attive nel settore aerospaziale a Parma, spiccano in particolare due aziende: Spaceglass e Beamit. Queste due start-up, pur operando in ambiti diversi, rappresentano l’eccellenza dell’innovazione locale e dimostrano il potenziale di Parma come hub spaziale.
Spaceglass, nata come spin-off dell’Università di Parma e dell’Università della Calabria, si concentra sulla progettazione e costruzione di vetrate spaziali innovative. L’idea alla base del progetto è semplice quanto rivoluzionaria: offrire agli astronauti e ai futuri turisti spaziali una vista panoramica mozzafiato sull’universo, sostituendo i tradizionali finestrini con superfici trasparenti di grandi dimensioni.
La realizzazione di queste vetrate richiede l’utilizzo di materiali compositi avanzati, leggeri, resistenti alle radiazioni e in grado di sopportare le estreme condizioni ambientali dello spazio. Spaceglass sta sviluppando tecnologie innovative per la produzione di questi materiali, puntando a creare un prodotto unico e competitivo sul mercato globale. L’azienda immagina le sue vetrate impiegate nelle future stazioni spaziali, nelle basi lunari e persino nei veicoli spaziali per il turismo. Ma le applicazioni non si limitano al settore aerospaziale: le vetrate di Spaceglass potrebbero trovare impiego anche in architettura, nell’industria automobilistica e in altri settori che richiedono trasparenza e resistenza.
Beamit, con sede a Fornovo Taro, è specializzata nella stampa 3D di materiali polimerici e nella realizzazione di componenti ad alta complessità in leghe metalliche. L’azienda è un fornitore strategico dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e partecipa a diversi progetti di ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale. La stampa 3D offre la possibilità di realizzare componenti con geometrie complesse, ottimizzando il peso, riducendo gli sprechi di materiale e accelerando i tempi di produzione. Beamit sta sviluppando soluzioni innovative per la produzione di componenti per motori a razzo, sistemi di propulsione satellitare e altre applicazioni spaziali. L’azienda è inoltre impegnata nella ricerca di nuovi materiali per la stampa 3D, in grado di sopportare le estreme condizioni ambientali dello spazio.
La sinergia tra Spaceglass e Beamit, insieme ad altre realtà locali, potrebbe creare un distretto tecnologico specializzato nel settore aerospaziale, in grado di attrarre investimenti, generare occupazione e contribuire allo sviluppo economico del territorio. La sfida è ambiziosa, ma le potenzialità sono enormi.
Le innovative vetrate di Spaceglass potrebbero trovare applicazione nella stazione spaziale prevista per il 2030, o addirittura in future installazioni lunari. I vetri speciali potrebbero altresì rivelarsi utili in contesti terrestri che richiedono protezione antiproiettile, antisfondamento o resistenza alle esplosioni.
In merito a Beamit, l’azienda, nata da ex dipendenti di Dallara, negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, aprendo il capitale a Sandvik Group, multinazionale svedese dell’ingegneria con 40.000 dipendenti e acquisendo una quota di minoranza della startup emiliana Pres-X. Ha inoltre consolidato la sua posizione ottenendo il controllo del concorrente reggiano Zare.

Il ruolo dell’università di parma e le sfide del mercato
L’Università di Parma riveste un ruolo fondamentale nel promuovere l’innovazione e lo sviluppo nel settore aerospaziale locale. L’ateneo, attraverso i suoi dipartimenti di ingegneria, fisica e chimica, offre competenze specialistiche, laboratori di ricerca all’avanguardia e programmi di trasferimento tecnologico per supportare le start-up e le imprese del territorio.
L’università collabora attivamente con le aziende, fornendo consulenza scientifica, supporto alla progettazione e accesso a infrastrutture di ricerca. Inoltre, l’ateneo promuove la formazione di giovani talenti nel settore aerospaziale, attraverso corsi di laurea, master e dottorati di ricerca. La partecipazione dell’Università di Parma a progetti di ricerca internazionali e a missioni spaziali testimonia l’impegno dell’ateneo nel contribuire all’avanzamento della conoscenza e allo sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione dello spazio. L’ateneo ha partecipato a missioni in Texas con la Regione Emilia Romagna.
Le start-up parmensi, pur potendo contare sul supporto dell’università e su un ecosistema locale in crescita, devono affrontare sfide significative per competere nel mercato globale. La competizione è alta, le risorse finanziarie sono spesso limitate e le normative del settore aerospaziale sono complesse e stringenti. Inoltre, le start-up devono dimostrare di essere in grado di sviluppare prodotti e servizi innovativi, affidabili e competitivi, in grado di soddisfare le esigenze del mercato.
Un’altra sfida importante è quella di attrarre e trattenere talenti. Il settore aerospaziale richiede competenze specialistiche e professionalità elevate, e le start-up devono essere in grado di offrire condizioni di lavoro competitive per attirare i migliori ingegneri, fisici e chimici. Nonostante queste sfide, le start-up parmensi dimostrano di avere le capacità, la passione e la determinazione per superare gli ostacoli e raggiungere il successo. La loro capacità di innovare, di collaborare e di adattarsi alle esigenze del mercato è un fattore chiave per il loro futuro.
A ciò si aggiungano i fondi per ricerca, per i quali le aziende devono dedicare almeno il 10% del fatturato ogni anno. Solo nel 2020, 1,8 milioni sono stati investiti su risorse umane, tecnologie ed applicazioni.
Inoltre sono in corso ben 7 programmi di tesi con ben 5 università tra gli atenei di Parma, Modena e Reggio, il Politecnico di Milano, quello di Torino e l’Università di Cassino.
Parma nello spazio: scenari futuri e riflessioni sulla space economy
Le prospettive future per il settore aerospaziale a Parma sono promettenti. L’interesse crescente per la space economy, gli investimenti in nuove tecnologie e la volontà di esplorare lo spazio offrono opportunità significative per le start-up e le imprese locali. La partecipazione dell’Italia a programmi spaziali internazionali, come Artemis, apre nuove prospettive per le aziende parmensi, che possono contribuire con le loro competenze e tecnologie alla realizzazione di missioni lunari, stazioni spaziali e altre infrastrutture nello spazio.
Tuttavia, per cogliere appieno queste opportunità, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e dell’università per creare un ecosistema favorevole all’innovazione e alla crescita. È importante sostenere la ricerca e lo sviluppo, promuovere il trasferimento tecnologico, semplificare le normative e incentivare gli investimenti nel settore aerospaziale. Inoltre, è fondamentale promuovere la formazione di giovani talenti e creare un ambiente di lavoro stimolante e competitivo per attirare i migliori professionisti.
Guardando al futuro, si può immaginare un distretto aerospaziale a Parma, con aziende specializzate in diversi settori, dall’ingegneria dei materiali alla robotica, dall’elettronica alle comunicazioni satellitari. Un distretto in grado di competere a livello internazionale, di attrarre investimenti e di generare occupazione qualificata. Un distretto che contribuisca a trasformare Parma in un centro di eccellenza nel settore aerospaziale.
La space economy, intesa come l’insieme delle attività economiche legate allo spazio, rappresenta un settore in forte crescita, con un potenziale enorme per il futuro. Non si tratta solo di esplorare lo spazio per motivi scientifici o di prestigio, ma anche di sviluppare tecnologie, prodotti e servizi che possono migliorare la vita sulla Terra. Le comunicazioni satellitari, la navigazione, l’osservazione della Terra, la meteorologia, la ricerca di nuovi materiali e fonti di energia sono solo alcuni esempi delle applicazioni della space economy. Parma, con le sue start-up innovative, può dare un contributo significativo a questo sviluppo, trasformando la città in un centro di eccellenza nel settore aerospaziale.
L’accordo Artemis fungerà da catalizzatore per la stipula di intese industriali e per il rafforzamento della catena di valore del comparto spaziale.
Ma che dire, in definitiva, di questa Parma che guarda alle stelle? Sinceramente, all’inizio ero scettico. Troppo abituato a pensare a Parma come la capitale del food, come la città del profumo e dell’arte, per immaginarla proiettata verso lo spazio. Poi, parlando con gli imprenditori, con i ricercatori, con i giovani che lavorano in queste start-up, ho capito che qualcosa di nuovo sta succedendo. Che Parma, forse, sta davvero diventando un hub spaziale.
E allora mi sono chiesto: ma cosa significa, concretamente, “space economy”? Significa che lo spazio non è più solo un affare per astronauti e scienziati, ma un’opportunità per tutti. Significa che le tecnologie che vengono sviluppate per l’esplorazione spaziale possono avere applicazioni concrete nella vita di tutti i giorni. Significa che lo spazio può creare lavoro, ricchezza e innovazione.
E qui mi viene in mente un concetto un po’ più avanzato, quello di “circular space economy”. Ovvero, un’economia spaziale circolare, che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare il riutilizzo delle risorse. Un modello che si ispira ai principi dell’economia circolare, applicandoli al settore aerospaziale. Un modello che potrebbe rappresentare il futuro della space economy, un futuro in cui lo spazio diventa un’opportunità per tutti, nel rispetto dell’ambiente e delle risorse del pianeta. Un futuro che, forse, parte proprio da Parma.
- L'articolo descrive la partecipazione dell'Università di Parma alla missione emiliano-romagnola in Texas.
- Sito ufficiale per approfondire il ruolo di Thales Alenia Space nel settore.
- Beamit: stampa 3D per il settore aerospaziale, partner di spicco.
- Webinar dell'ASI sul ruolo e le opportunità per l'Italia nel programma Artemis.