E-Mail: [email protected]
- Flight 11 testa materiali e motori Raptor avanzati.
- La versione 3 di Starship arriverà ad inizio 2026.
- La NASA ha contratti per oltre 4 miliardi di dollari.
- Il tasso di successo dello Starship V2 è del 40%.
La Miniera di Dati di SpaceX e la Corsa Nascosta alle Metriche di Riutilizzabilità
Starship flight 11: una pietra miliare per la riusabilità
Il lancio di Starship Flight 11, avvenuto il 13 ottobre 2025 dalla base di Starbase in Texas, si configura come un evento cruciale nell’evoluzione delle tecnologie per i razzi riutilizzabili. Sebbene possa essere apparso come un test di routine, i dati raccolti durante questa missione rappresentano un vero e proprio tesoro, offrendo informazioni decisive sulla durata dei componenti, sulla programmazione della manutenzione e sui costi complessivi del ciclo di vita, elementi essenziali per la sostenibilità economica del programma Starship.
L’obiettivo primario del volo era promuovere l’innovazione nella riusabilità, testando nuovi materiali per lo scudo termico, la riaccensione dei motori e manovre di rientro ad alta precisione. In particolare, Flight 11 ha introdotto versioni avanzate dei motori Raptor, dotati di una migliore capacità di orientamento della spinta e di riaccensione. L’analisi dei dati telemetrici si concentra sulla valutazione delle prestazioni di questi motori in diverse fasi di accensione, un fattore determinante per la riutilizzabilità. Inoltre, lo stadio superiore di Starship presentava nuovi rivestimenti per la protezione termica e un rinforzo della struttura in acciaio inossidabile nelle aree più sollecitate. Questo ha permesso di raccogliere dati importanti sulla resistenza a lungo termine di questi materiali nelle condizioni estreme del rientro atmosferico. Il volo ha anche sperimentato una “manovra di banking dinamico” e algoritmi di guida subsonica prima dell’accensione finale del motore per l’atterraggio in acqua.
SpaceX sta raccogliendo meticolosamente dati telemetrici, che vengono poi inseriti in modelli complessi per prevedere il deterioramento dei componenti e ottimizzare gli intervalli di manutenzione. L’ambizioso obiettivo è ridurre al minimo i tempi di inattività e massimizzare il numero di voli che ogni veicolo Starship può effettuare, un elemento fondamentale per rendere accessibile lo spazio. La prossima generazione di razzi, la Versione 3, è prevista per l’inizio del 2026 e sarà dotata di motori Raptor potenziati e serbatoi di propellente più grandi, con la possibilità di rifornimento in orbita terrestre bassa. Oltre al recupero e al riutilizzo dello Starship stesso, l’ostacolo più urgente nel breve termine è la dimostrazione del rifornimento in orbita, un prerequisito per qualsiasi futuro viaggio dello Starship verso la Luna o Marte.
La versione 3 introdurrà anche il secondo pad di lancio di SpaceX in Texas, caratterizzato da una serie di miglioramenti rispetto al sito esistente, tra cui una trincea anti-fiamma per deviare i gas di scarico del motore lontano dal pad. La modifica del complesso di lancio attuale per ospitare i futuri Starship V3 consentirà all’azienda di avere due pad per supportare una maggiore frequenza di voli. La NASA punta su un tasso di volo più elevato per Starship il prossimo anno per avvicinarsi all’adempimento del contratto di SpaceX per fornire un lander con equipaggio umano al programma lunare Artemis. SpaceX ha contratti per un valore di oltre 4 miliardi di dollari per sviluppare un derivato di Starship per far atterrare gli astronauti della NASA sulla Luna. Gran parte dei progressi di SpaceX verso un atterraggio lunare dipende dal lancio di numerosi Starship, forse una dozzina o più, nel giro di poche settimane o mesi. SpaceX sta attivando il secondo pad di lancio in Texas e costruendo diverse torri di lancio e una nuova fabbrica in Florida per rendere tutto questo possibile.
- 🚀 Ottimo articolo! SpaceX sta davvero aprendo nuove frontiere......
- 🤔 Interessante, ma non sono del tutto convinto che la segretezza di SpaceX......
- 🌍 E se invece di guardare solo alla riusabilità guardassimo all'impatto ambientale...?...
L’importanza dei dati di riusabilità
La domanda chiave rimane: SpaceX sta sfruttando appieno i dati relativi alla riusabilità, e l’intera industria spaziale ne sta traendo il massimo vantaggio possibile? L’approccio dell’azienda alla riusabilità è comprensibilmente proprietario. SpaceX ha investito ingenti risorse nello sviluppo delle sue tecnologie ed è naturale che voglia proteggere questi investimenti. Tuttavia, la mancanza di trasparenza sui parametri specifici di riusabilità solleva delle preoccupazioni. Qual è il livello di deterioramento accettabile prima della sostituzione di un componente? Quali sono le cause principali dell’usura dei motori Raptor? Quali sono i tempi di revisione tra un volo e l’altro? Queste sono domande fondamentali, e le risposte sono in gran parte custodite all’interno dei database di SpaceX.
Anche se una trasparenza totale potrebbe essere irrealistica, un approccio più aperto ad alcuni aspetti dei dati sulla riusabilità potrebbe accelerare l’innovazione nell’intero settore spaziale. Immaginate se ricercatori e ingegneri di tutto il mondo avessero accesso a set di dati anonimizzati provenienti dai voli Starship. Si potrebbero sviluppare nuovi strumenti di analisi, esplorare materiali alternativi e condividere le migliori pratiche per la riusabilità, accelerando il progresso per tutti. Un numero crescente di aziende di lancio sta puntando sul riutilizzo, in quanto contribuisce a ridurre il costo dei lanci e a massimizzare i profitti. L’approccio tradizionale, in cui i razzi vengono utilizzati una sola volta, è diventato economicamente insostenibile per alcune aziende. Questo cambiamento è dovuto al successo di SpaceX nel dimostrare la fattibilità della tecnologia di riutilizzo dei razzi. Riutilizzando i razzi, le aziende possono ridurre significativamente i costi e aumentare la frequenza dei lanci.
Naturalmente, l’argomentazione contraria è che l’approccio riservato di SpaceX promuove un vantaggio competitivo, spingendola a innovare più rapidamente ed efficacemente. Tuttavia, questo crea anche un potenziale collo di bottiglia. Il progresso dipende da una singola azienda, e il rischio di stagnazione aumenta se non vengono esplorati approcci alternativi in parallelo. In base alla dipendenza dei componenti hardware, sono stati stabiliti i fattori di costo del ciclo di vita associati a un sistema di razzi riutilizzabili. Questi fattori di costo sono stati confrontati con quelli di un razzo convenzionale, al fine di comprendere le implicazioni economiche dell’adozione di un sistema di razzi riutilizzabili.
Inoltre, emerge la questione della standardizzazione. Senza dati condivisi e standard aperti, diventa difficile confrontare le prestazioni di diversi sistemi di razzi riutilizzabili. Questo ostacola lo sviluppo di pratiche ottimali a livello di settore e rende più difficile valutare la reale efficacia in termini di costi dei vari approcci al volo spaziale. L’affidabilità dei motori riutilizzabili è una questione critica. Sono stati compiuti studi sugli scenari di guasto dei motori durante la fase di rientro, con particolare attenzione alla fase di atterraggio dei voli spaziali orbitali. L’obiettivo di questi studi è valutare i rischi associati alla riutilizzabilità dei motori e sviluppare strategie per mitigarli. Attualmente, la riutilizzabilità è un argomento importante nel settore aerospaziale. A tal fine, vengono condotte ricerche sugli aspetti ingegneristici dell’utilizzo di concetti di progettazione robusti per i veicoli spaziali riutilizzabili. I progressi tecnologici in questo campo offrono opportunità di guadagno finanziario, che possono supportare i modelli di business legati allo spazio.

Reazioni e implicazioni per il futuro
Le reazioni al programma di riusabilità di SpaceX sono state diverse. La NASA, ad esempio, dipende in larga misura dal raggiungimento di un elevato numero di voli Starship per adempiere al suo contratto di lander lunare Artemis. Anche altre società spaziali stanno investendo nella riusabilità, riconoscendone l’importanza per il futuro del volo spaziale. Alcuni, tuttavia, esprimono preoccupazione per la mancanza di dati disponibili al pubblico, che potrebbe ostacolare lo sviluppo di sistemi riutilizzabili concorrenti. Oltre al recupero e al riutilizzo dello Starship stesso, l’ostacolo più urgente nel breve termine è la dimostrazione del rifornimento in orbita, un prerequisito per qualsiasi futuro viaggio dello Starship verso la Luna o Marte.
SpaceX prevede di effettuare il primo test di rifornimento il prossimo anno, ma ciò richiederà che lo Starship V3 abbia un’introduzione più agevole rispetto allo Starship V2, che si sta ritirando dopo il volo 11 con, nella migliore delle ipotesi, un tasso di successo del 40%. La dipendenza dai componenti hardware per raggiungere gli obiettivi del progetto ha portato a studi sul ciclo di vita dei razzi riutilizzabili in relazione a un razzo convenzionale per comprendere le implicazioni economiche dell’adozione di un sistema di razzi riutilizzabili. La domanda chiave rimane: SpaceX sta sfruttando appieno i dati relativi alla riusabilità, e l’intera industria spaziale ne sta traendo il massimo vantaggio possibile? L’approccio dell’azienda alla riusabilità è comprensibilmente proprietario. SpaceX ha investito ingenti risorse nello sviluppo delle sue tecnologie ed è naturale che voglia proteggere questi investimenti. Tuttavia, la mancanza di trasparenza sui parametri specifici di riusabilità solleva delle preoccupazioni. Qual è il livello di deterioramento accettabile prima della sostituzione di un componente? Quali sono le cause principali dell’usura dei motori Raptor? Quali sono i tempi di revisione tra un volo e l’altro? Queste sono domande fondamentali, e le risposte sono in gran parte custodite all’interno dei database di SpaceX.
Anche se una trasparenza totale potrebbe essere irrealistica, un approccio più aperto ad alcuni aspetti dei dati sulla riusabilità potrebbe accelerare l’innovazione nell’intero settore spaziale. Immaginate se ricercatori e ingegneri di tutto il mondo avessero accesso a set di dati anonimizzati provenienti dai voli Starship. Si potrebbero sviluppare nuovi strumenti di analisi, esplorare materiali alternativi e condividere le migliori pratiche per la riusabilità, accelerando il progresso per tutti. Un numero crescente di aziende di lancio sta puntando sul riutilizzo, in quanto contribuisce a ridurre il costo dei lanci e a massimizzare i profitti. L’approccio tradizionale, in cui i razzi vengono utilizzati una sola volta, è diventato economicamente insostenibile per alcune aziende. Questo cambiamento è dovuto al successo di SpaceX nel dimostrare la fattibilità della tecnologia di riutilizzo dei razzi. Riutilizzando i razzi, le aziende possono ridurre significativamente i costi e aumentare la frequenza dei lanci. Naturalmente, l’argomentazione contraria è che l’approccio riservato di SpaceX promuove un vantaggio competitivo, spingendola a innovare più rapidamente ed efficacemente. Tuttavia, questo crea anche un potenziale collo di bottiglia. Il progresso dipende da una singola azienda, e il rischio di stagnazione aumenta se non vengono esplorati approcci alternativi in parallelo.
Inoltre, emerge la questione della standardizzazione. Senza dati condivisi e standard aperti, diventa difficile confrontare le prestazioni di diversi sistemi di razzi riutilizzabili. Questo ostacola lo sviluppo di pratiche ottimali a livello di settore e rende più difficile valutare la reale efficacia in termini di costi dei vari approcci al volo spaziale. In base alla dipendenza dei componenti hardware, sono stati stabiliti i fattori di costo del ciclo di vita associati a un sistema di razzi riutilizzabili. Questi fattori di costo sono stati confrontati con quelli di un razzo convenzionale, al fine di comprendere le implicazioni economiche dell’adozione di un sistema di razzi riutilizzabili. L’affidabilità dei motori riutilizzabili è una questione critica. Sono stati compiuti studi sugli scenari di guasto dei motori durante la fase di rientro, con particolare attenzione alla fase di atterraggio dei voli spaziali orbitali. L’obiettivo di questi studi è valutare i rischi associati alla riutilizzabilità dei motori e sviluppare strategie per mitigarli. Attualmente, la riutilizzabilità è un argomento importante nel settore aerospaziale. A tal fine, vengono condotte ricerche sugli aspetti ingegneristici dell’utilizzo di concetti di progettazione robusti per i veicoli spaziali riutilizzabili. I progressi tecnologici in questo campo offrono opportunità di guadagno finanziario, che possono supportare i modelli di business legati allo spazio.
Verso un futuro di cooperazione e trasparenza
In definitiva, l’equilibrio ideale risiede in una via di mezzo tra segretezza assoluta e completa trasparenza. SpaceX merita un plauso per il suo lavoro pionieristico sulla riusabilità, ma la salute a lungo termine dell’industria spaziale potrebbe dipendere da un approccio più collaborativo alla condivisione di dati e conoscenze. I dati provenienti da Flight 11 sono un bene prezioso, ma il loro vero potenziale si sbloccherà solo se verranno utilizzati per promuovere l’innovazione a tutti i livelli. Un accesso più ampio ai dati potrebbe spingere altre aziende a innovare e competere con SpaceX, creando un mercato più dinamico e competitivo. La riusabilità ha il potenziale per ridurre significativamente i costi dei viaggi spaziali, rendendo lo spazio più accessibile a una gamma più ampia di aziende e paesi. Ciò potrebbe portare a nuove opportunità di ricerca, sviluppo e commercio nello spazio.
Consideriamo, per un attimo, la “space economy” di base: si tratta di tutte quelle attività che utilizzano lo spazio (satelliti, dati satellitari, ecc.) per offrire servizi sulla Terra. La riusabilità dei razzi, come quella a cui punta SpaceX, incide direttamente su questo aspetto, perché abbassando i costi di lancio si possono mettere in orbita più satelliti, migliorare le telecomunicazioni, il monitoraggio ambientale, e via dicendo. Ma c’è anche una “space economy” più avanzata, quella che guarda all’esplorazione e allo sfruttamento delle risorse spaziali (dalla Luna agli asteroidi). In questo caso, la riusabilità diventa ancora più cruciale, perché permette di immaginare missioni complesse e ripetute, necessarie per costruire basi lunari, estrarre minerali, e magari un giorno colonizzare altri pianeti. La domanda che sorge spontanea è: siamo pronti a condividere le conoscenze per costruire un futuro spaziale più ricco e accessibile a tutti? O preferiremo una corsa solitaria, dove pochi eletti si spartiscono la torta, rischiando di lasciare indietro l’umanità intera?