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- La Cina usa energia solare per fondere il suolo lunare a 1.300 °C.
- Test di stabilità sulla stazione Tiangong per 3 anni.
- L'italia costruirà un habitat permanente entro il 2033.
L’idea di costruire insediamenti umani sulla Luna sta rapidamente passando dalla fantascienza alla realtà concreta. Recenti sviluppi tecnologici, in particolare la capacità di trasformare la polvere lunare in materiali da costruzione, stanno aprendo nuove prospettive per l’esplorazione e la colonizzazione del nostro satellite naturale. Un team di scienziati cinesi ha sviluppato una macchina rivoluzionaria in grado di utilizzare esclusivamente l’energia solare per fondere il suolo lunare, aprendo la strada alla creazione di infrastrutture in situ senza la necessità di trasportare ingenti quantità di materiali dalla Terra.
Questa innovativa tecnologia, sviluppata presso il Deep Space Exploration Laboratory di Hefei, si basa su un sistema che ricorda una stampante 3D, ma con una differenza fondamentale: al posto di resine o metalli, utilizza un concentratore solare. Uno specchio parabolico di grandi dimensioni raccoglie e focalizza i raggi del sole in fibre ottiche, aumentandone la potenza fino a 3.000 volte. Questo fascio concentrato produce temperature superiori a 1.300 °C, sufficienti a sciogliere la regolite, lo strato polveroso che ricopre la superficie lunare, convertendola in blocchi solidi di forme diverse.

Per comprovare la stabilità dei futuri elementi costruttivi lunari, alcuni prototipi sono stati inviati a bordo della stazione spaziale Tiangong nel novembre scorso. Nei prossimi tre anni, saranno esposti a condizioni estreme, quali il vuoto siderale, forti irradiazioni e rilevanti sbalzi di temperatura. Questi test cruciali stabiliranno se le unità fabbricate saranno in grado di proteggere i moduli abitativi pressurizzati, proteggendo gli astronauti da impatti di micrometeoriti, raggi cosmici e variazioni termiche estreme. L’impiego di questa tecnologia si estende oltre la sola realizzazione di alloggi. Percorsi, fondamenta per attrezzature e piattaforme di decollo potrebbero essere realizzati direttamente sulla Luna, trasformando l’ambiente lunare in un’infrastruttura effettivamente funzionale.
Il ruolo dell’Italia nella costruzione di un avamposto lunare
L’Italia si sta preparando a giocare un ruolo di primo piano nell’esplorazione lunare con la costruzione del primo habitat permanente per esseri umani sulla superficie lunare. Questo ambizioso progetto, previsto per il 2033, rappresenta un traguardo tecnologico di grande importanza, paragonabile al lancio del satellite San Marco negli anni ’60. L’obiettivo è creare una base operativa stabile che consenta agli astronauti di vivere e lavorare sulla Luna per periodi prolungati.
Il Modulo Polifunzionale Abitativo (MPH) si troverà di fronte a sfide ingegneristiche inedite. Le condizioni sulla Luna sono estreme, con variazioni termiche che spaziano da -173°C durante la notte a +127°C di giorno, l’assenza di atmosfera che comporta un’esposizione diretta a radiazioni cosmiche e micrometeoriti, e una gravità sei volte inferiore a quella terrestre. Thales Alenia Space, una joint venture franco-italiana nata dalla collaborazione tra Thales e Leonardo, ha ricevuto l’incarico dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) di occuparsi dello sviluppo della struttura. L’habitat è concepito per funzionare in autonomia per circa un decennio, accogliendo sia missioni con equipaggio che operazioni robotiche interamente automatizzate.
Il contributo italiano si inserisce nel più ampio programma Artemis della NASA, il cui scopo è stabilire una presenza umana stabile sulla Luna, utilizzandola come punto di partenza per future esplorazioni marziane. Teodoro Valente, presidente dell’ASI, ha descritto l’iniziativa come “un’ennesima sfida scientifica per l’Italia”, con l’obiettivo di portare sulla superficie lunare “un insediamento umano confortevole e sicuro”. Oltre ad Altec, società controllata da Thales Alenia Space Italia e dall’ASI, altre realtà imprenditoriali italiane saranno coinvolte nell’iniziativa. La fase progettuale iniziale si concentrerà su soluzioni tecnologiche all’avanguardia per assicurare la sopravvivenza in un contesto ostile, comprendendo la protezione dalle radiazioni, l’ottimizzazione della gestione energetica, la produzione di ossigeno e il riciclo dei rifiuti. Particolare rilievo sarà dato alla capacità di movimento del modulo, che dovrà essere in grado di spostarsi sulla superficie per massimizzare l’efficacia delle attività scientifiche.
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Tecnologie innovative per la vita sulla Luna
La costruzione di un avamposto lunare richiede lo sviluppo di tecnologie innovative in grado di affrontare le sfide uniche presentate dall’ambiente lunare. La schermatura dalle radiazioni cosmiche è una delle priorità principali, poiché l’assenza di atmosfera sulla Luna espone gli astronauti a livelli pericolosi di radiazioni. Saranno necessari materiali e tecniche di costruzione speciali per proteggere gli habitat e le attrezzature.
La gestione dell’energia è un’altra sfida cruciale. La Luna non ha un’atmosfera che possa trattenere il calore, il che significa che le temperature possono variare drasticamente tra il giorno e la notte. Saranno necessari sistemi efficienti per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’energia per mantenere temperature confortevoli all’interno degli habitat e per alimentare le attrezzature scientifiche e di supporto vitale. La produzione di ossigeno e il riciclo dei rifiuti sono essenziali per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’avamposto lunare. Saranno necessari sistemi per estrarre ossigeno dal regolite lunare e per riciclare l’acqua e altri materiali di scarto.
Oltre la Terra: il futuro dell’umanità nello spazio
La costruzione di città sulla Luna rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione del sogno di un futuro multi-planetario per l’umanità. La capacità di vivere e lavorare sulla Luna ci fornirà preziose conoscenze e competenze che potranno essere utilizzate per esplorare e colonizzare altri corpi celesti, come Marte. L’esplorazione spaziale non è solo una questione di scoperta scientifica, ma anche una questione di sopravvivenza a lungo termine per la nostra specie. La Terra è un pianeta finito, con risorse limitate e una popolazione in crescita. L’esplorazione e la colonizzazione dello spazio ci offrono l’opportunità di espandere i nostri orizzonti, trovare nuove risorse e garantire la sopravvivenza dell’umanità per le generazioni future.
Amici, sognare di costruire città sulla Luna non è più un’utopia. Grazie a scoperte come la possibilità di usare la polvere lunare per creare mattoni, stiamo aprendo un capitolo nuovo nella space economy.
La space economy, in parole semplici, è l’insieme delle attività economiche legate allo spazio: dai satelliti per le telecomunicazioni al turismo spaziale, passando per le tecnologie che usiamo ogni giorno e che derivano dalla ricerca spaziale.
Un concetto più avanzato è quello di risorse spaziali. Immaginate di poter estrarre minerali dalla Luna o dagli asteroidi: questo cambierebbe radicalmente l’economia mondiale, aprendo nuove opportunità e ponendo anche nuove sfide etiche e legali.
Ma fermiamoci un attimo a riflettere: cosa significa davvero per noi, come umanità, guardare oltre il nostro pianeta? Forse è un modo per riscoprire il nostro spirito di esplorazione, per superare i nostri limiti e per trovare nuove risposte alle grandi domande che ci poniamo da sempre. Forse, è la chiave per un futuro più sostenibile e prospero per tutti.