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- Anomalia al motore Raptor durante il boostback del B15.
- Rilasciati 8 elementi per simulare satelliti.
- Artemis 3 slitta alla seconda metà del 2027.
Il Volo Finale di Starship/Super Heavy Versione 2
Il *14 ottobre 2025 rappresenta una data memorabile nel cammino di SpaceX verso l’esplorazione spaziale: infatti, questo giorno segna il compimento da parte della compagnia americana di una missione suborbitale storica con l’impiego della configurazione Starship-Super Heavy Versione 2. Il decollo si è concretizzato dalla piattaforma A situata nello spazioporto texano denominato Starbase, esattamente alle ore 01:23, ora italiana. In tale occasione sono stati tracciati importanti progressi nell’utilizzo di questo imponente veicolo da lancio alto ben 122 metri, conclusosi dopo circa un’ora con risultati empirici significativi.
Nella fase ascendente della missione si è manifestata tuttavia un’anomalia legata a uno dei tredici potenti motori Raptor installati sul superbo booster Super Heavy noto come B15. Specificamente, questa unità non ha avuto successo nel riavvio previsto durante la cruciale manovra di boostback; tale operazione risulta fondamentale per mutare direzione al razzo permettendo così il rientro programmato sulla terraferma. Sorprendentemente, però, lo stesso motore riesce a riavviarsi nella fase finale dedicata all’atterraggio marittimo utilizzando un approccio innovativo: inizialmente i tredici propulsori vengono attivati, poi scendono progressivamente a cinque e successivamente anche a solo tre prima dell’interruzione finale delle attività propulsive culminante nell’ammaraggio sicuro nelle acque tranquille del Golfo del Messico. Il volo in questione segna l’ultimo impiego per il booster B15, che ha già svolto un ruolo fondamentale durante lo Starship Flight 8 avvenuto a marzo.

Operazioni Sperimentali e Rientro Atmosferico
Il S38 dell’astronave Starship ha recentemente intrapreso un percorso verso l’Oceano Indiano che ha incluso operazioni sperimentali significative. Fra queste spicca il rilascio di otto elementi metallici rettangolari; essi sono stati concepiti appositamente per replicare dimensioni e massa dei potenziali satelliti trasportabili dalla futura Starship Versione 3. Inoltre, tra i test effettuati si annovera anche la riattivazione a livello del mare del motore Raptor: un’operazione intesa a replicare una manovra fondamentale conosciuta come de-orbita.
In fase di rientro nell’atmosfera terrestre, il razzo ha saputo affrontare efficacemente sia il picco termico massimo (peak heating) che quello della pressione atmosferica più elevata (max Q), preservando nel contempo l’integrità strutturale dell’apparecchio stesso. Tale performance riveste un’importanza determinante nella misurazione dell’efficienza dello scudo termico installato—uno degli obiettivi fondamentali stabiliti dalla missione medesima.
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Verso la Starship Versione 3
Il volo numero 11 conclude il programma annuale di Starship e segna l’ultimo lancio dalla piattaforma A nella sua configurazione attuale. SpaceX volgerà ora la sua attenzione e le sue risorse allo sviluppo e alla sperimentazione della prossima generazione di Starship-Super Heavy, la Versione 3, il cui debutto è previsto dalla piattaforma B.
Questa nuova iterazione è concepita per il trasporto di carichi utili in orbita e, in prospettiva, per le spedizioni lunari e marziane.
La NASA si affida a SpaceX per la definizione e l’implementazione del sistema di trasferimento “ship-to-ship”, essenziale per le missioni Artemis.
SpaceX si è aggiudicata contratti del valore di centinaia di milioni, se non miliardi, di dollari per sostenere le operazioni di atterraggio degli astronauti nelle missioni Artemis 3 e Artemis 4.
La dimostrazione del trasferimento di propellente in orbita, inizialmente prevista per il 2025, è un passaggio cruciale. Resta avvolta nell’incertezza la questione riguardante il numero esatto di voli necessari al fine di riempire una versione cisterna del programma Starship. Questo veicolo spaziale sarà responsabile dello stoccaggio e successivo trasferimento del carburante a una sua variante con sistema d’atterraggio concepita appositamente per le missioni sulla Luna. È importante notare che SpaceX ha messo in campo un accordo mirato alla realizzazione di una dimostrazione senza equipaggio, comprendente le fasi d’atterraggio e risalita dalla superficie lunare prima dell’arrivo degli astronauti; ciò malgrado i termini temporali rimangano vaghi. Attualmente, l’obiettivo fissato per Artemis 3 è collocato nella seconda metà del 2027, seguendo circa dodici mesi dopo il volo previsto con Artemis 2, il quale non include attività destinate all’allunaggio.
Spettacolari Ammaraggi e Futuro Rientro Controllato
SpaceX ha rilasciato video ad alta risoluzione degli ammaraggi dei due moduli di Starship durante la fase finale di test. Il design di Starship è improntato al recupero e al riutilizzo celere sia del primo che del secondo stadio.
A pieno regime, entrambi i veicoli sono destinati a rientrare direttamente sulla torre di lancio, dove saranno agganciati da apposite “forche” di cattura.
Mentre il rientro controllato del primo stadio è stato già collaudato con esito positivo, i primi tentativi di atterraggio di Starship alla base sono pianificati con la versione Block 3, la prima a raggiungere l’orbita terrestre.
Prospettive Future: Oltre l’Orizzonte Terrestre
L’undicesima uscita della Starship segna una tappa fondamentale nell’avanzamento del programma spaziale proposto da SpaceX. I dati acquisiti in corso d’opera saranno cruciali non soltanto nel perfezionare la Versione 3 ma anche nel perseguire gli ambiziosi traguardi futuri dell’azienda stessa: ciò include l’invio umano e il trasporto delle merci verso destinazioni quali la Luna e Marte. Il riuso sistematico dei veicoli spaziali emerge come uno strumento decisivo nella diminuzione delle spese operative e nell’aumento della frequenza delle spedizioni aerospaziali; ciò potrebbe far emergere innovative possibilità nell’ambito esplorativo.
Riflettiamo ora sull’interessante idea alla base della cosiddetta space economy. Si potrebbe definire questo concetto come l’insieme delle operazioni economiche correlate all’universo extracorporeo: si va dall’ingegneria dei satelliti fino alle esperienze turistiche in orbita terrestre. Specificamente riguardo alla questione legata a Starship, risulta essenziale considerare come il principio del riciclo dei razzi (compresi Super Heavy e Starship) comporti una notevole contrazione dei costi necessari per accedere allo spazio stesso; questo aspetto consente oggi lo svolgimento di missioni che in passato apparivano al limite dell’impossibile. Proseguiamo nella riflessione. Un aspetto sofisticato della space economy, da considerare in questo contesto specifico, riguarda il ruolo cruciale delle infrastrutture orbitanti. Grazie alle sue notevoli capacità nel trasporto pesante e nelle operazioni di rifornimento orbitali, Starship, si propone come una potenziale risorsa fondamentale per sviluppare stazioni spaziali sempre più avanzate oppure facilitare il montaggio dei telescopi spaziali futuristici. Ciò provocherebbe una vasta gamma di nuove opportunità sia sul piano economico che scientifico.
Immaginate le implicazioni: qualora l’accessibilità allo spazio venisse significativamente ampliata e resa meno costosa, tutti potrebbero interagire attivamente nell’ambito dell’esplorazione cosmica. Tale scenario potrebbe anche portare all’emergere dell’industria delle startup specializzate nella manutenzione dei satelliti nello spazio o nell’estrazione mineraria dagli asteroidi. L’avvenire della space economy è ricco d’infinite possibilità; senza dubbio, Starship* può giocare un ruolo determinante nel loro concretizzarsi.