Allarme asteroidi? FlyEye, il telescopio ‘occhio di mosca’, è operativo in Italia

L’innovativo telescopio Flyeye, ispirato all’occhio composto degli insetti, ha ufficialmente iniziato la sua attività di sorveglianza spaziale da Matera, segnando un passo significativo nella difesa planetaria. Sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con OHB Italia e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), questo strumento all’avanguardia promette di rivoluzionare il modo in cui monitoriamo e identifichiamo gli oggetti vicini alla Terra (NEO), potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta.

Il Design e le Capacità di Flyeye

Il cuore di Flyeye risiede nel suo design ottico unico. Dotato di uno specchio primario da un metro di diametro, il telescopio suddivide la luce in 16 canali indipendenti, ciascuno equipaggiato con una propria telecamera. Questa configurazione permette a Flyeye di catturare immagini di un’area del cielo _oltre 200 volte più estesa della Luna piena_ in una singola esposizione. Tale capacità lo rende particolarmente efficace nella scansione rapida dell’intero cielo notturno alla ricerca di nuovi oggetti.

Il 21 maggio 2025, Flyeye ha compiuto il suo “first light”, catturando le prime immagini di asteroidi, tra cui (139289) 2001 KR1, (35107) 1991 VH e 2025 KQ, quest’ultimo scoperto appena 48 ore prima. Questo test ha dimostrato la capacità del telescopio di effettuare rapidamente osservazioni di follow-up di oggetti appena scoperti, un aspetto cruciale per valutare il loro potenziale pericolo.

Il Contributo Italiano e la Rete Globale

Attualmente situato presso il Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI a Matera, Flyeye sarà presto trasferito al Monte Mufara, in Sicilia, dove inizierà le sue operazioni regolari. La scelta di questo sito, a oltre 1800 metri di altitudine, è strategica per via delle condizioni atmosferiche favorevoli e dell’ampia visibilità del cielo notturno. La realizzazione del sito in Sicilia ha richiesto tempo, a causa di un ricorso presentato da associazioni ambientaliste, ma il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha finalmente autorizzato la costruzione nel settembre 2024.
L’ESA ha in programma di installare una rete internazionale composta da quattro telescopi Flyeye, dislocati tra l’emisfero settentrionale e quello meridionale. Questa rete garantirà una sorveglianza completa del cielo, riducendo la dipendenza dalle condizioni meteorologiche locali e migliorando la velocità e la completezza delle rilevazioni automatiche. Tutti i dati acquisiti saranno controllati dal Near-Earth Object Coordination Centre (NEOCC) dell’ESA, prima di essere inoltrati al Minor Planet Center per analisi più approfondite.

Difesa Planetaria e Programmi Futuri

Il programma Flyeye si inserisce nel più ampio contesto del programma Space Safety dell’ESA, che include iniziative come la missione Hera e la missione RAMSES. Questi programmi mirano a sviluppare tecnologie e strategie per la difesa planetaria, come la deflessione di asteroidi tramite impatto cinetico. Grazie all’operatività del Flyeye, l’ESA potenzia significativamente le sue capacità di individuare con largo anticipo oggetti potenzialmente rischiosi, contribuendo in maniera sostanziale alla salvaguardia del nostro pianeta.

Verso un Futuro di Sorveglianza Spaziale: Riflessioni sulla Space Economy

L’entrata in funzione di Flyeye rappresenta un passo avanti cruciale nella difesa planetaria, ma solleva anche importanti questioni relative alla space economy. *La capacità di monitorare e identificare gli asteroidi potenzialmente pericolosi non è solo una questione di sicurezza, ma anche un’opportunità economica.* La scoperta di risorse preziose negli asteroidi potrebbe aprire nuove frontiere per l’estrazione mineraria spaziale, un settore in rapida crescita che potrebbe generare enormi profitti.
Una nozione base di space economy applicabile a questo tema è la _valutazione del rischio e dell’opportunità_. La capacità di prevedere con precisione la traiettoria degli asteroidi permette di valutare sia il rischio di impatto con la Terra, sia l’opportunità di sfruttare le risorse che essi contengono. Una nozione più avanzata riguarda lo sviluppo di _tecnologie dual-use_. Le tecnologie sviluppate per la difesa planetaria, come i sistemi di propulsione avanzati e le tecniche di navigazione autonoma, possono essere utilizzate anche per l’esplorazione spaziale e l’estrazione mineraria, creando sinergie tra diversi settori della space economy.

La messa in orbita di Flyeye, quindi, non è solo un evento scientifico, ma un segnale di un cambiamento più ampio nel modo in cui concepiamo lo spazio. Non più solo un luogo di esplorazione, ma anche un’arena di opportunità economiche e di sfide globali che richiedono una cooperazione internazionale e un approccio integrato. La domanda che sorge spontanea è: saremo in grado di sfruttare le opportunità offerte dallo spazio in modo sostenibile e responsabile, garantendo al contempo la sicurezza del nostro pianeta? La risposta a questa domanda determinerà il futuro della space economy e il destino dell’umanità.