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- L'Eu Space Act mira a un mercato unico per i servizi spaziali.
- Oltre 11.000 satelliti in orbita, previsti 50.000 lanci nel prossimo decennio.
- 10% minimo per start-up e PMI nei subappalti in Italia.
L’Unione Europea ha compiuto un passo significativo verso la regolamentazione del settore spaziale con la presentazione dell’*Eu Space Act il 26 giugno 2025. Questa nuova normativa mira a rendere il settore spaziale europeo più competitivo, sicuro, resiliente e sostenibile, affrontando al contempo le sfide poste dalla crescente presenza di operatori extra-UE come Starlink di Elon Musk e Kuiper di Jeff Bezos.
Un Quadro Normativo Unico per lo Spazio
L’Eu Space Act si propone di creare un mercato unico per i servizi spaziali all’interno dell’Unione Europea. Questo significa che le società, sia europee che extra-UE, dovranno operare secondo regole uniformi in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è quello di superare la frammentazione normativa esistente, che deriva da approcci nazionali diversi e rischia di ostacolare l’innovazione. Come ha spiegato Andrius Kubilius, commissario per la Difesa e lo spazio, l’Eu Space Act stabilirà “una serie di condizioni” che saranno “uguali per tutti gli Stati membri”, garantendo parità di condizioni per tutti gli operatori.
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I Tre Pilastri dello Space Act
La normativa si basa su tre pilastri fondamentali:
*Sicurezza: Migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti. Questo include requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa.
*Resilienza: Gli operatori spaziali saranno tenuti a effettuare valutazioni approfondite dei rischi per l’intera durata di vita di ogni satellite, adottando specifici standard di cybersecurity e protocolli per la segnalazione di incidenti propri del settore.
*Sostenibilità: Stabilire norme comuni per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle attività spaziali, incoraggiando l’innovazione in settori come la manutenzione nello spazio.

Un Codice del Traffico Spaziale
Tra le novità più significative introdotte dall’Eu Space Act vi è l’istituzione di un sistema simile a un “codice della strada” per lo spazio. Con oltre 11.000 satelliti già in orbita e la previsione di ulteriori 50.000 lanci nel prossimo decennio, il rischio di collisioni è in aumento.
Attualmente, i detriti spaziali in orbita superano i 128 milioni, contribuendo significativamente a questo pericolo. La Commissione Europea lancia l’allarme che, in uno scenario critico, ciò potrebbe dare il via a una serie di “collisioni a catena che renderebbero impraticabili le orbite cruciali e interromperebbero l’accesso a servizi satellitari essenziali”.
Space Act Italiano: Un Sostegno alle PMI e Startup
Parallelamente all’iniziativa europea, l’Italia ha approvato la legge 89/2025 sulle “Disposizioni in materia di economia dello spazio”. Questa normativa impone una quota minima del 10% per le start-up e le PMI nei subappalti, qualora gli appalti non siano suddivisi in lotti. Secondo Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, questa legge “colma una lacuna normativa non più sostenibile”, aprendo “nuove prospettive per il futuro del settore spaziale italiano e dell’ASI”. Valente ha inoltre affermato che le nuove disposizioni legislative avranno “ripercussioni concrete per la crescita del comparto industriale nazionale, rafforzando la competitività e l’innovazione tecnologica, con un focus particolare sulle PMI e le start-up”.
Verso un Futuro Spaziale più Responsabile: Riflessioni Conclusive
L’Eu Space Act rappresenta un passo fondamentale per garantire un futuro spaziale più sicuro, sostenibile e competitivo. La regolamentazione del settore è essenziale per prevenire la congestione orbitale, ridurre i detriti spaziali e promuovere pratiche responsabili da parte di tutti gli operatori.
La space economy è un settore in rapida crescita, con un impatto sempre maggiore sulla vita quotidiana. Una nozione base da tenere a mente è che le attività spaziali non sono più appannaggio esclusivo delle agenzie governative, ma coinvolgono un numero crescente di aziende private.
Un concetto più avanzato è quello della circular economy* applicata allo spazio. Questo significa progettare satelliti e altri oggetti spaziali in modo che possano essere riparati, riutilizzati o riciclati al termine della loro vita operativa, riducendo così l’impatto ambientale e promuovendo la sostenibilità a lungo termine.
Riflettiamo: come possiamo, come cittadini e consumatori, contribuire a un futuro spaziale più responsabile? Quali scelte possiamo fare per sostenere aziende e iniziative che si impegnano per la sostenibilità nello spazio? La risposta a queste domande potrebbe plasmare il futuro dell’esplorazione spaziale e il nostro rapporto con l’universo che ci circonda.