E-Mail: [email protected]
- Il settore vale oltre 4 miliardi di euro e impiega 13.500 addetti.
- Export settore spaziale: +14% nel 2023, toccando i 7,5 miliardi.
- Stanziati oltre 7,5 miliardi di euro dal governo, anche dal PNRR.
L’Italia si trova in un momento cruciale per quanto riguarda la sua posizione nell’economia spaziale globale. Dietro le storie di successo di aziende come Avio, leader nella produzione di lanciatori spaziali, e l’interesse crescente di gruppi internazionali come Dassault Aviation, si cela una sfida più ampia: la costruzione di un ecosistema nazionale forte, competitivo e capace di tenere il passo con le evoluzioni del mercato globale. La space economy italiana, nel 2025, mostra segnali incoraggianti, ma anche aree di miglioramento che necessitano di interventi mirati e strategici.
L’attrattiva del mercato italiano è testimoniata dall’interesse di attori internazionali di rilievo come Dassault Aviation, che ha investito in quote significative di Telespazio. Questo interesse è un indicatore della vitalità e del potenziale del settore spaziale italiano, che si stima valga oltre 4 miliardi di euro. Il comparto coinvolge più di 400 aziende e impiega circa 13.500 addetti, dimostrando una capacità di generare occupazione e valore aggiunto per l’economia nazionale. Nel 2023, le esportazioni di prodotti italiani del settore spaziale hanno raggiunto i 7,5 miliardi di euro, registrando un incremento del 14% rispetto all’anno precedente.
Nonostante questi segnali positivi, l’ecosistema italiano presenta ancora delle debolezze strutturali. La frammentazione delle iniziative, la difficoltà nel trasformare la ricerca scientifica in applicazioni commerciali concrete e la persistente scarsità di investimenti a lungo termine rappresentano ostacoli significativi che devono essere affrontati con urgenza. È essenziale superare queste criticità per consentire alle aziende italiane di competere efficacemente a livello internazionale e di sfruttare appieno le opportunità offerte dal mercato globale della space economy. In particolare, si evidenzia la necessità di una maggiore sinergia tra i diversi attori del settore, una semplificazione delle procedure burocratiche e un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Senza un intervento coordinato e strategico, il rischio è quello di disperdere le energie e di non riuscire a raggiungere il pieno potenziale del settore spaziale italiano.
Il ruolo propulsivo di università, centri di ricerca e startup
L’innovazione nel settore spaziale italiano è fortemente trainata dalle attività di ricerca e sviluppo condotte da università, centri di ricerca e startup. Queste entità svolgono un ruolo cruciale nell’alimentare la crescita del settore, generando nuove idee, tecnologie e soluzioni che possono essere commercializzate e applicate in diversi ambiti. Politecnici come quelli di Milano e Torino, insieme ad agenzie come l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e centri di ricerca come il CNR, rappresentano pilastri fondamentali per la ricerca di base e lo sviluppo di tecnologie avanzate. L’ASI, in particolare, si impegna a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) e le startup, allocando fondi presso l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e attraverso misure specifiche contenute nella legislazione nazionale sullo spazio.
Le startup, con la loro agilità e propensione all’innovazione, possono contribuire in modo significativo allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel settore spaziale. Tuttavia, queste realtà emergenti spesso incontrano difficoltà nell’accesso ai finanziamenti e al supporto necessari per crescere e competere su scala internazionale. È fondamentale creare un ambiente favorevole alla nascita e allo sviluppo di startup nel settore spaziale, offrendo loro opportunità di finanziamento, mentorship e accesso a infrastrutture e competenze specializzate.

Per rafforzare il ruolo delle università, dei centri di ricerca e delle startup, è necessario promuovere una maggiore collaborazione tra questi attori e le imprese consolidate del settore. La creazione di partnership strategiche e la condivisione di conoscenze e risorse possono favorire lo sviluppo di progetti innovativi e accelerare il processo di trasferimento tecnologico. Inoltre, è importante incentivare la formazione di nuove figure professionali con competenze specifiche nel settore spaziale, per garantire un adeguato approvvigionamento di talenti e competenze per le imprese. Questo può essere realizzato attraverso programmi di formazione specializzati, borse di studio e iniziative di orientamento professionale.
- 🚀 Ottimo articolo! L'Italia ha tutte le carte in regola per......
- 🤔 Interessante analisi, ma non dimentichiamo le sfide etiche e......
- 📉 Pur riconoscendo i successi, temo che la burocrazia italiana......
Politiche governative e investimenti a confronto in Europa
Le politiche governative e gli investimenti pubblici svolgono un ruolo determinante nel sostenere e promuovere la crescita della space economy. Il governo italiano ha dimostrato un crescente impegno verso il settore spaziale, incrementando gli investimenti con l’obiettivo di supportare la ricerca, l’innovazione e la commercializzazione di nuove tecnologie. A tal fine, sono stati stanziati oltre 7,5 miliardi di euro, attingendo sia a risorse nazionali che ai fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato l’importanza strategica del settore spaziale per il Paese, riconoscendolo come un dominio cruciale per lo sviluppo economico e tecnologico.
Nonostante l’impegno del governo italiano, è fondamentale confrontare gli investimenti nazionali con quelli di altri Paesi europei, come Francia e Germania, per valutare la posizione competitiva dell’Italia nel contesto internazionale. Sebbene l’Italia si posizioni favorevolmente in termini di rapporto tra investimenti nello spazio e PIL, è importante considerare gli investimenti totali in valore assoluto, dove Francia e Germania potrebbero superare l’Italia. La Francia, ad esempio, ha implementato una legge specifica (Loi relative aux opérations spatiales) che regolamenta le attività spaziali private fin dal 2008, mentre la Germania sta ancora lavorando a una legislazione nazionale dedicata.
Per garantire che le aziende italiane possano competere efficacemente nel mercato globale, è necessario un ulteriore sforzo da parte del governo per colmare il divario con gli altri Paesi europei. Questo può essere realizzato attraverso un aumento degli investimenti pubblici, una semplificazione delle procedure burocratiche e un sostegno mirato alle imprese del settore. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha auspicato la creazione di “campioni europei capaci di competere a livello globale”, evidenziando l’importanza di promuovere la collaborazione tra le imprese e di sostenere progetti strategici come il progetto Bromo.
Prospettive future: un orizzonte di crescita per l’Italia
Il futuro della space economy italiana appare promettente, ma la realizzazione del suo pieno potenziale dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide esistenti e di sfruttare le opportunità che si presenteranno. È fondamentale promuovere un ecosistema nazionale solido e competitivo, in grado di attrarre investimenti, di generare innovazione e di creare valore aggiunto per l’economia del Paese. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un impegno congiunto da parte del governo, delle imprese, delle università e dei centri di ricerca.
L’Eurispes ha proposto sette strategie chiave per sostenere la space economy in Italia, tra cui l’armonizzazione dei distretti aerospaziali, lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale, l’applicazione di una leva fiscale favorevole, l’adozione di una normativa comunitaria concorrenziale, l’attuazione dei suggerimenti del Piano Draghi, la promozione degli investimenti e la considerazione di una tassa orbitale. L’implementazione di queste strategie, insieme a ulteriori misure di semplificazione burocratica, sostegno alle startup e promozione della collaborazione pubblico-privato, può contribuire in modo significativo a rafforzare l’ecosistema nazionale e a migliorare la competitività delle aziende italiane.
Massimo Claudio Comparini di Leonardo ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra regolamentazione e competitività nel settore spaziale europeo, evidenziando la necessità di evitare una sovraregolamentazione che potrebbe ostacolare l’innovazione e lo sviluppo delle imprese. In definitiva, la space economy rappresenta un’enorme opportunità per l’Italia, ma la sua realizzazione richiederà un impegno costante, una visione strategica e una collaborazione efficace tra tutti gli attori del settore.








